Monte La Nuda (Anello da Mommio)

LA NUDA 1893 M. 

NudaMommioItinerario poco battuto,lungo ed abbastanza faticoso con qualche difficolta' di orientamento. Punto di partenza è l'Agriturismo Resti situato poco sopra il paese di Mommio (MS). Lo raggiungiamo percorrendo l'A12 uscendo ad Aulla (MS) e proseguendo sulla SS63 in direzione di Fivizzano (MS); in localita' Castelletto lasciamo la SS63 e svoltiamo a dx (via Bompizzo) arrivando cosi' all'ingresso del piccolo paese. Superata la Casa di Riposo "La Fontana d'Oro" lasciamo Via Bompizzi, che svolterebbe a sx, continuando invece dritti fino a rinvenire sulla sx le indicazioni per l'agriturismo. Lo stradello diventa sterrato e piuttosto disconnesso ma con cautela è percorribile senza troppi problemi. Lasciamo l'auto nello slargo davanti al cancello dell'agriturismo (804 m.) e ci incamminiamo continuando sullo stradello sterrato che corre a fianco di una recinzione. Superiamo un cancelletto sulla dx che permette l'accesso alla zona recintata lungo la quale transita il sentiero TL 10 (Trekking Lunigiana) e proseguiamo dritto. Lo stradello valica il Canale Fusicchio e poco piu' avanti, nei pressi di una presa idraulica, incontriamo un bivio: a sx, in salita, prosegue il TL 10 diretto a Casa Giannino, mentre noi rimaniamo sullo stradello (da qui in poi segnato ma non numerato). In questo tratto lo stradello corre alto parallelo al corso del Torrente Mommio fino ad un bivio non segnalato, poco oltre un abbeveratoio: un' altro stradello scende sulla dx, mentre noi proseguiamo dritti oltre una catena (divieto di transito). Adesso iniziamo a salire con continuita' (qualche segnavia bianco-rosso e rosso) fino a giungere nei pressi della boscosa sommita' del Monte Catino (1397 m.). Ora lo stradello percorre un breve tratto di crinale per poi calare sull'altro versante fino a portarsi nei pressi di una radura caratterizzata da vari ruderi in pietra; una delle costruzioni è in buono stato e puo' fungere da bivacco. Lo stradello prosegue ancora un poco oltre la radura per poi terminare ai piedi di un aperto vallone verde tra il Monte Borra Grande e La Nuda. Risaliamo il vallone a vista o su vaghe tracce, rimanendo a dx di una evidente pietraia e raggiungendo senza difficolta' il crinale dove corre il CAI 00. Proseguiamo adesso a sx sul sentiero segnato conquistando la vicina vetta del monte La Nuda. Adesso scendiamo seguendo il CAI 94, ignoriamo il bivio sulla dx per il CAI 96 e proseguiamo sul crinale in direzione del Gendarme della Nuda. La cresta ora si fa piu' stretta e rocciosa e ci conduce al Colletto Est del Gendarme (1830 m.). Da qui i segnavia guidano in basso, lungo un erto canalino (I°) che scendiamo con attenzione avendo cosi' accesso alla cosiddetta Gengiva del Gendarme. Percorriamo la cengetta un po' esposta, superiamo a sx un pinnacolo roccioso e dopo un ultimo tratto ci troviamo sotto il canalino roccioso di uscita, sotto al Colletto Ovest del Gendarme (1815 m.). Risaliamo l'erto canalino (I° - cavetto danneggiato) e proseguiamo traversando i ripidi prati sottostanti il crinale del Monte Scalocchio (qui segnavia assenti e senza traccia) puntando ad un sella erbosa (1685 m.) nei pressi del quale il CAI 94 entra nel bosco (segnavia di nuovo presenti e traccia evidente) diretto a Casa Giannino. Qui giunti lasciamo il CAI 94 in favore del CAI 94A, per la verita' presente piu' sulle carte che nella realta'. All'inizio si distingue bene (nessuna indicazione), poco sotto la sudetta sella, una traccia che si stacca a sx, ma poco oltre iniziano le difficolta' di orientamento: rinveniamo un'altra vaga traccia (forse di animali e non coincidente con il tracciato del 94A) che risale la prima quota (Scalocchione) rocciosa del crinale sul lato sx (un poco esposto), aggira sulla dx un canalino franato e prosegue rientrando nel bosco prima di raggiungerne la sommita'. Continuiamo a vista, senza allontanarci troppo dal crinale, in ambiente piuttosto infrascato e terreno ripido. Aggiriamo abbassandoci le ripide rocce di una successiva quota e rinveniamo un tratto di buon sentiero con tanto di sbiadito segnavia che pero' dura poco; decidiamo quindi di riguadagnare il filo appena possibile, caratterizzato adesso da ripidi prati a sx e bosco a dx. Giunti ad una sella nei pressi di una evidente frana sul lato dx, il tratto peggiore è passato. Adesso la traccia è un po piu' evidente e segue il crinale non piu' ripido ma pianeggiante ed erboso (Costa di Frattartonda). Andando avanti iniziano ad essere piu' frequenti i segnavia e dopo essere transitati alti sopra l'ampia radura dei Prati di Dogliano, il 94A inizia a scendere sulla dx, abbandonando il crinale, fino ad incrociare il TL 10. Senza piu' difficolta' seguiamo il TL 10 (si ignora il bivio sulla dx per Vendaso): in questo tratto alcuni pannelli informativi raccontano le vicende legate al rastrellamento nazifascista del 4-5 Maggio 1944. Superiamo la bella radura dei Prati di Massicciano (1108 m.) oltre i quali la traccia diventa un stradello; incontriamo una fonte nei pressi di una costruzione in pietra e dopo alcuni guadi (tra i quali i Canali Arcola e Vasara) scendiamo fino ad intercettare, nei pressi della presa idraulica,  la forestale gia' percorsa all'andata, seguendo la quale in breve torniamo all'agriturismo dal quale siamo partiti.

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