Itinerario vario e divertente, con qualche tratto delicato ma dal dislivello contenuto, impreziosito dall'interessante visita della Buca di Eolo. Punto di partenza è il paese di Levigliani (582 m. - LU) che raggiungiamo percorrendo l'A12 fino all'uscita Versilia per poi proseguire sulla SP9, superando Seravezza e continuando sino al bivio con la SP10: la SP9 svolta a sx (ora via d'Arni) e oltrepassato il paese di Retignano giungiamo a destinazione (indicazioni turistiche per l'Antro del Corchia). Dalla piazza Fiamme Gialle la strada asfaltata prosegue incontrando subito un bivio: a dx continua in direzione dell'ingresso turistico dell'Antro del Corchia, che in questa occasione abbiamo potuto raggiungere in auto (di norma il traffico non sarebbe consentito alle auto). Ci incamminiamo sulla marmifera alla sx dell'ingresso turistico diretta alle Cave dei Piastriccioni; superiamo la sella del Monte Ceto (1040 m.) incontrando i ruderi di vari edifici ed attrezzature di cava e dopo tre tornanti, in corrispondenza di un tornante a sx con annesso slargo e ravaneto, abbandoniamo la marmifera per una interessante digressione alla Buca di Eolo, il primo storico  ingresso al complesso carsico dell'Antro del Corchia. Per raggiungere l'entrata della grotta occorre risalire su vaga traccia il ravaneto fino a portarsi su una cengetta ai piedi di una paretina rocciosa; i primi metri costringono a procedere carponi ma subito dopo la grotta si allarga consentendo una visita tranquilla (necessaria la frontale). Sulle pareti si possono notare le firme di molti speleo storici, tra le quali l'originale di Emilio Simi del 1841. Terminata la visita torniamo sui nostri passi e continuiamo sulla marmifera per altri 4 tornanti: al quinto, poco prima delle cave dei Piastriccioni, la abbandoniamo (circa 1222 m.) in favore di una traccia sulla dx che traversa piuttosto esposta un erto pendio di paleo fino a raggiungere una cresta. Adesso risaliamo la bella cresta rocciosa caratterizzata dalla presenza di paletti di ferro (i "ferruzzini") e qualche cavo, residui delle attrezzature messe dai cavatori per facilitare il percorso. La cresta è un poco esposta ma facile ed in alcuni tratti anche scalinata. Si arriva cosi' al punto chiave del Sentiero dei Ferruzzini: siamo al sommo di una ripida placca sfuggente che dobbiamo traversare (15 m.) sfruttando l'esile scalpellatura artificiale realizzata dai cavatori. Nel tratto iniziale un passo delicato puo' mettere in difficolta' in quanto qui la taccatura è sparita, ma complessivamente si passa agevolmente anche se in buona esposizione (la corda nelle foto è stata messa per l'occasione e successivamente tolta). Oltre la placca si prosegue a zig zag fino ad una bella cengetta finale (esposta) con la quale sbuchiamo sulla cresta SE del Corchia dove corre la via normale (1445 m.); la seguiamo (segni blu)  fino a raggiungere la vetta del Monte Corchia. Adesso iniziamo a scendere sull'altro versante raggiungendo la sella sopra la Cava dei Tavolini; qui abbandoniamo la cresta e raggiungiamo sulla sx, per chiara traccia, la marmifera sottostante. Ci incamminiamo lungo di essa (diretta al Passo Croce) fino a quando inizia a traversare verso dx, poco sopra il Colle del Rondinaio (1327 m). Lasciamo la marmifera e raggiungiamo a vista i sottostanti edifici di cava (qui sbuca anche la lizza dei Tavolini); sui muri di quello piu' a sx si nota un segno rosso e l'inizio di una evidente traccia: è il sentiero dei Piastriccioni. Seguendo gli utili bolli cominciamo a traversare in ambiente splendido in direzione della cava del Piastraio; superiamo un canale (un passo delicato ma scalpellato) e mettiamo piede sulla lizza dei Piastriccioni. Il tratto iniziale è piuttosto ripido, nel seguito la pendenza diminuisce. Nei pressi dell'inizio di un tratto degradato lasciamo la lizza ed usciamo sulla marmifera che sale dalla Sella del Monte Ceto (1040 m.); adesso non resta che scendere sulla marmifera fino a tornare all'ingresso Turistico dell'Antro del Corchia, chiudendo cosi' l'anello.