Monte La Banca - Anello e traversata da Malga Ciapela

MONTE LA BANCA 2875 M.

LaBanca Lungo e faticoso itinerario "ispirato" dalla prima salita al monte La Banca del 2015, con il quale facciamo un bellissimo anello compiendo la traversata dalla vallon d'Ombrettola alla Val Forca, con ritorno per la bucolica val Franzedas (vedi note in fondo). Punto di partenza è la localita di Malga Ciapela (1450 m. - BL) che raggiungiamo dalla nostra "base" in Val di Fassa, percorrendo la SS641, valicando il Passo Fedaia e scendendo sul versante Agordino; poco oltre la partenza della funivia della Marmolada, lasciamo la SS641 svoltando a dx all'altezza dell'Albergo Malga Ciapela e seguiamo le indicazioni per il Camping Romantic Village fino a rinvenire sulla sx un'ampia zona di parcheggio libero. Ci incamminiamo (CAI 610), proseguendo sull'asfalto, passando di fatto nel mezzo del campeggio, superando la Malga Ciapela, restando paralleli al torrente Pettorina. Subito dopo un ponte lo stradello, adesso non piu' asfaltato, comincia a salire ad ampi tornanti. Si puo' scegliere di percorrere la prima parte nel bosco (a sx. segnavia 689 - AV 2), seguendo sempre le indicazioni per Malga Ombretta - Rif. Falier - AV 2. Il tratto nel bosco si ricongiunge presto con lo stradello principale (segnavia 610), che sale con una parte alta caratteristica, scavata nella roccia. Bel colpo d'occhio sulle Cime dell'Auta. Si esce in una rilassante radura verde, all'imbocco della Valle d'Ombretta, con la parete della Marmolada che incombe sulle nostre teste; giungiamo cosi alla Malga Ombretta (1904 m. - ottimo punto di sosta, di grande soddisfazione culinaria). La vallata si apre ed a breve distanza si scorge il Rif. Falier (2074 m.), arroccato tra la Cima Ombretta e la Marmolada. Lo raggiungiamo in 30 min. per poi continuare sul CAI 612 seguendo le indicazioni per il Passo Ombrettola (seguendo invece il 610 si raggiungerebbe il Passo Ombretta). Dopo una prima parte in falsopiano, superato il rio Ru Scalon, con un ultimo strappo, ci affacciamo nel vallon di Ombrettola. Da qui comincia il tratto piu' impegnativo del giro; occore decidere il punto migliore dove lasciare il CAI 612 ed iniziare a traversare sulla sx puntando a raggiungere la placconata alla base del vallone che scende dalla forcella della Banca di Valfredda al ghiaione del vallon d'Ombrettola. Probabilmente la scelta migliore è abbandonarlo poco dopo essersi affacciati nel vallon d'Ombrettola (nessuna traccia ne ometto) calando subito nel ghiaione (vedi qui); nel nostro caso abbiamo proseguito ancora per un po' sul CAI 612, che si sviluppa su balze tra erba e rocce lasciando il ghiaione sulla sx. Siamo saliti troppo in alto (cosa che ha influito sicuramente sul dislivello); abbiamo quindi puntato a vista cercando di tornare sul ghiaione, trovando i punti deboli per attraversare alcuni solchi profondi. Riusciti finalmente a calare sul ghiaione, poco sotto la placconata che puntavamo, scorgiamo due esili tracce che tagliano puntando alle due cenge parallele sulla dx della placconata: decidiamo di imboccare la piu' bassa. La cengia inizialmente abbastanza larga, si restringe a circa meta' sviluppo (leggermente esposta) per poi terminare dopo averci fatto risalire circa 2/3 della placconata stessa. L'ultimo tratto lo superiamo su ghiaie molto ripide ed instabili (delicato) fino a sbucare a monte della placconata. Adesso dobbiamo risalire il valloncello fino a raggiungere la Forcella della Banca di Valfredda. Inizialmente una esile traccia sulla sx agevola la progressione; la pendenza è moderata. A circa meta' , su un masso isolato troviamo un bollo rosso (testimonianza del vecchio sentiero che passava di qui); adesso la pendenza aumenta e senza traccia, affondando nelle ghiaie, risaliamo rimanendo sul lato sx. Piu' ci avviciniamo alla forcella e piu' la pendenza aumenta; conviene rimanere ancora sul lato sx in quanto il punto debole della fascia rocciosa sotto la forcella si trova su questo lato del vallone. Proprio quando arriviamo a toccare le prime rocce troviamo altri due tacche di vernice rossa: superiamo le facili roccette (I - leggermente esposte) e siamo sulla forcella, proprio all'inizio (sulla sx) della breve crestina rocciosa, ultimo ostacolo alla vicina vetta del monte La Banca (vedi qui ).  Una volta tornati alla forcella (2814 m.), proseguiamo sulla dx in direzione del Formenton (un ometto indica la cengia iniziale della normale) per poi iniziare a calare, su traccia evidente, seguendo una cengia di ghiaie, un po' esposta ma facile, che ci deposita sul ghiaione che cala nella val Forca dalle base delle pareti del Sasso di Valfredda. Si scende su labile traccia, passando alla dx di un grande masso (tacca rossa di vernice), per poi lasciarsi scivolare fino alla fine della ghiaie. Adesso raggiungiamo il vicino sentiero CAI 693 diretto alla Forca Rossa (2486 m.), panoramico valico, incuneato tra il Piz Le Grane e il Col Becher, che ci permette di calare in val Franzedas. Continuiamo sul CAI 689 che scende con vari tornanti su bella mulattiera, verso il fondo della vallata; ignoriamo un bivio sulla dx (CAI 694) diretto verso il passo di Col Becher e insistiamo sul CAI 689, con alla nostra sx le belle pareti delle Pale del Fop, fino a confluire in uno stradello: a dx si raggiungono alcune malghe, mentre noi teniamo la sx fino a confluire nel CAI 610, all'altezza di un tornante: da qui, con lo stesso percorso dell'andata torniamo al parcheggio presso il campeggio. 

NOTE :

  • La risalita alla forcella della Banca di Valfredda dal vallon di Ombrettola ricalca il percorso del sentiero (indicato sulle vecchie carte) CAI 678. Tranne quei pochissimi segnavia sbiaditi citati nella relazione, non è rimasto altro. 
  • Consiglio caldamente di fare l'anello nel verso contrario al mio. La salita del valloncello fino alla focella della Banca di Valfredda è davvero estenuante, mentre in discesa è sicuramente piu' divertente. Abbiamo deciso di percorrerlo in salita soltanto perchè non avevamo sufficienti informazioni relativi al superamento della zona di placche alla base. 
  • La cengia migliore è la piu' alta, non quella da noi percorsa. Ce ne accorgiamo una volta a monte delle placche: la cengia superiore infatti deposita direttamente in zona piu' sicura, evitando il tratto delicato necessario per uscire dalle placche. 

Gallery Monte La Banca - Anello e traversata da Malga Ciapela

Please publish modules in offcanvas position.