Cima Argentera Sud - via Normale dal Rifugio Genova-Figari

CIMA ARGENTERA SUD 3297 M.

Saliamo la massima elevazione delle Alpi Marittime partendo dal versante est (Valle Gesso di Entracque), lungo la sua via normale con itinerario spettacolare ed impegnativo (itinerario suddiviso in 3 gg),

Il primo giorno abbiamo raggiunto in auto il Lago della Rovina (1545 m.), punto di partenza per la salita al Rifugio Genova-Figari, dove abbiamo pernottato. Da Livorno percorrendo l'autostrada E80/A10 fino a Savona dove imbocchiamo la A6 per poi deviare sulla A33 che seguiamo fino all'uscita di Cuneo Est; da qui lungo la Circonvallazione Bovesiana, SP21 e SP22 ci inoltriamo nella Valle del Gesso per poi seguire le indicazione per Entracque (CN) e risalire fino al Lago della Rovina, dove lasciamo l'auto (3.50 eur/gg - 2 eur il pomeridiano). Entrati nell'area attrezzata ci incamminiamo sullo stradello sterrato che parte alla sx del piccolo edificio/bar. Esiste una variante piu' diretta, ma piu' ripida (sentiero M08) che taglia la parte bassa dello stradello (un tempo strada di servizio utilizzata dall'ENEL per la costruzione della diga). Non avendo particolare fretta, scegliamo la via piu' lunga; lo stradello si sviluppa in moderata salita, panoramico, prima traversando verso N, poi guadagnando quota con qualche tornante e quindi cambiando direzione di 180°, traversa lungamente verso S fino a giungere ai piedi della diga del Colle di Laura (una delle due che racchiudono il Bacino del Chiotas). Qui, dopo un breve tratto asfaltato, risale sulla sx a fianco dello scivolo scolmatore della diga per poi costeggiare il lago sulla sponda est fino a raggiungere, con qualche sali-scendi, il Rifugio Genova-Figari (2020 m.). Dislivello 528 m. - 2h

Il secondo giorno partiamo seguendo la traccia segnata (bolli giallo/rossi) che dal rifugio si sviluppa in direzione N costeggiando il lago sul lato sx. Inizialmente su prati, la traccia prende presto a salire piu' decisa sulla sx superando alcuni dossi tra erba e roccette, diventando piacevolmente piu' selvaggia. Proseguiamo adesso  in traverso, alti sopra il lago, sui salti rocciosi del Bauss. Incontriamo qualche tratto un po' esposto ed una esile cengia attrezzata (passaggio del Bauss)  oltre la quale perdiamo un po' di quota fino a giungere ai piedi di una erta rampa erbosa che risaliamo stando sul margine sx di un profondo solco. Qui la traccia si fa un poco piu' vaga, ma senza particolari problemi di orientamento.  Accediamo cosi' all' altopiano del Bauss, che in realta' non è affatto piano! Guadagnamo quota lungo il piano inclinato, tra dossi rocciosi, erba e roccette ed infine pietraie, deviando gradualmente verso sx fino a raggiungere al bivacco del Baus (2668 m.) ubicato su un panoramico promontorio roccioso. Continuiamo la nostra salita alla volta dei Passo dei Detriti; ignoriamo la traccia che si stacca a dx, seguiamo ometti e segnavia che ci guidano verso dx, in direzione di una cresta rocciosa (prosecuzione della cresta SE della Cima Sud  dell' Argentera). Tocchiamo, con fatica,  la cresta e ne percorriamo un breve tratto fino ai piedi di una placconata rocciosa che da accesso alla morena alla base della Cima Sud dell'Argentera. Traversiamo la placconata su una sorta di cengia per poi risalire, alla sx del torrentello, incontrando un tratto attrezzato facile ma un poco esposto. Al sommo della placconata, continuiamo tra detriti, seguendo gli ometti, per poi riprendere a salire ripidi sulla sx (facile qui perdere la traccia) per roccette, fino a giungere all'imbocco di una bella cengia pianeggiante, oltre la quale caliamo al Passo dei Detriti (3123 m.). Poco prima del termine della cengia notiamo sulla dx tacche rosse che guidano su per un canalino: è l'accesso alla normale per la vetta (anche dal Passo dei Detriti partono tacche rosse che in breve si ricongiungono a quelle da noi seguite). Superato il canalino si traversa (I) su roccette gia' un po' esposte, fino a mettere piede sulla caratteristica cengia che taglia orizzontalmente gran parte della parete orientale dell'Argentera, a sbalzo sulla cosi' detta "Balconera" (il residuo di ghiaccio e neve ai piedi della parete). La cengia inizialmente è camminabile (esposta) e in leggera discesa; incontriamo subito una prima interruzione: un saltino di 2 m. (II) decisamente esposto, agevolato da uno spezzone di corda. Proseguiamo, sempre in sensibile esposizione fino ad un secondo punto critico, nel quale la larghezza della cengia si restringe molto e la parete aggettante acuisce l'esposizione (anche qui un tratto di corda agevola, almeno psicologicamente il passaggio). Piu' avanti l'esposizione inizia a diminuire e la cengia si tramuta in una rampa  rocciosa ascendente (vari passi di I) che ci conduce alla base del canale-camino finale (circa 20 m.). Qui troviamo ancora alcuni spezzoni di corda (particolarmente utili in discesa). Con divertente arrampicata (I/II), qui non esposta, usciamo sulla cresta SE. La seguiamo brevemente a sx e tocchiamo la croce di vetta; panorama meraviglioso!!!

Iniziamo la discesa, percorrendo la normale a ritroso fino al Passo dei Detriti; da qui scendiamo in direzione del Rifugio Remondino lungo un ripido pendio di ghiaie, che nonostante l'inclinazione, grazie alla buona traccia, si fa scendere senza particolari problemi. Alla base del canale traversiamo una conca detritica, caliamo lungo un pendio erboso e ci infiliamo nella vasta pietraia (Vallone di Assedras) dalla quale riusciamo ad uscire grazie ai numerosi segni rossi ed ometti. Arriviamo cosi al Rifugio Remondino (2430 m.) dove pernotteremo (qui il terzo giorno). 

NOTE:

  • la normale, pur non presentando particolari difficolta' tecniche, risulta molto esposta. I tratti attrezzati con corda non devono far pensare ad un sentiero attrezzato (benchè possa essere utile portarsi dietro il kit da ferrata). 
  • I dati in tabella sono riferiti al secondo giorno.
      8/10
 Impegno Fisico  7/10
 Panorami  8/10
 Disl. Salita  1446 m.
 Disl. Discesa  968 m.
 Sviluppo  7.8 Km
 Durata  9 h
 Aggiornata a  2023

 

ArgenteraMap

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