Mont de Seura (Anello dalla Vallunga)

MONT DE SEURA 2585 M.

MontDeSeuraMagnifico itinerario ad anello selvaggio e molto panoramico ma non eccessivamente faticoso. Punto di partenza è il parcheggio all'inizio della Vallunga poco sopra Selva di Val Gardena (BZ). Lo raggiungiamo dalla Val di Fassa percorrendo la SS48, valicando il Passo Sella e scendendo in Val Gardena. La SS48 prosegue salendo al Passo Gardena mentre noi invece proseguiamo sulla SS42 giungendo a Selva di Val Gardena; all'altezza dell'Hotel Corona, svoltiamo a dx lungo Streda Dantercepies, superiamo la partenza della seggiovia e piu' avanti troviamo un incrocio: svoltiamo a dx su Streda Val che termina al parcheggio (1608 m.). Ci incamminiamo sul CAI 14-12-4 che ci conduce in breve alla Cappella di San Silvestro (1632 m.); qui troviamo un bivio: il CAI 12 sulla dx risale la Val Chedul, mentre noi teniamo il CAI 14-4. Proseguiamo in moderata salita, tra prati e bosco, fino a sbucare nell'ampia radura erbosa di Pra da Ri' caratterizzata da una baita sulla dx ed alcuni grandi massi al centro. Qui lasciamo il CAI 14 e avanziamo senza traccia sul lato dx seguendo il letto asciutto del torrente portandoci all'altezza dello sbocco della Val da Lietres che dovremo risalire. Alcuni ometti sulla dx segnano il punto dove abbandonare la via e infilarci dentro i mughi per poi iniziare ad inerpicarci lungo il solco di un torrente (vari ometti) sino ad arrivare poco sotto una evidente piccola forra; sull'argine alla nostra sx alcuni ometti (facile non vederli) indicano dove abbandonare il solco e seguire una buona traccia tra i mughi. La traccia continua, a volte evidente altre meno, alternando digressioni tra la bassa vegetazione a tratti tra grandi massi (ometti). Quando i mughi si diradano la traccia diventa evidente e guida in salita ai piedi della parete del Col Turond per poi puntare al corto ma ripido canale di ghiaie che, valicando una piccola forcella (2320 m.), da accesso all'altopiano di Crespeina. Qui proseguiamo a dx su buona traccia in ambiente prativo, valichiamo un dosso scorgendo sulla sx il Lech de Crespeina e continuiamo su ampia bancata ghiaiosa ai piedi delle pareti del Mont de Seura. Nei pressi di un avvallamento (Sal Feur) la traccia cala nella conca e la attraversa da sx a dx, rimanendo ai piedi delle rocce, per poi risalire puntando ad un erto canalino di ghiaie ed erba: non lo risaliamo integralmente ma fino al punto dove poter agevolmente uscire sulla sx su una bancata erbosa (ometti). La traccia in breve ci conduce sulla calotta prativa sommitale (2543 m.), ad ovest della vetta del Mont de Seura. Qui proseguiamo su pendii ghiaiosi, senza traccia superando una prima quota 2577 m. e successivamente arrivando alla vetta vera e propria (2585 m.). Spettacolare il colpo d'occhio sul salto di roccia che strapiomba in Val Chedul. Torniamo indietro sino alla calotta erbosa e la attraversiamo in direzione ovest. Lambendo il margine della muraglia che precipita in Val Chedul, superiamo due canaloni, oltre i quali si scorge un grosso ometto di pietre che sorge su un promontorio dal quale parte una bella cengia di rocce e ghiaie che consente di traversare gli strapiombi del versante meridionale del Mont de Seura. Prima di continuare sulla cengia vale la pena continuare sulla calotta erbosa sino al suo margine, dove troviamo una bella scultura di legno bianca. Tornati all'imbocco della cengia, la seguiamo senza particolari difficolta'; incontriamo una sorta di passo del gatto, oltre il quale doppiamo un basso pilastrino sino ad incrociare un canalone: la cengia prosegue per un breve tratto oltre il canale, ma noi la dobbiamo abbandonare scendendo lungo il canale stesso (nessuna traccia). Dopo pochi metri il canale si restringe ed incontriamo un punto delicato: un saltino di 3 m., non esposto ma disagevole, specialmente per chi ha le gambe corte (II+). Superato l'ostacolo si continua su facile ghiaione in direzione del fondo della Val Chedul. Una traccia si stacca dal ghiaione sulla dx continuando ai piedi delle rocce, ma noi la ingnoriamo a favore di una seconda traccia (inizialmente buona poi vaga) piu' in basso che traversa, rimanendo alta sulla Val Chedul, in direzione di una ampia spalla erbosa. Adesso la traccia scende puntando ad una sella poco sotto la vetta prativa del Piza de Sablon (2156 m.): la breve digressione alla cima merita per la visuale delll'impressionante baratro sul versante della Vallunga. Tornati alla sella dobbiamo iniziare la ripidissima discesa in Vallunga: senza piu' traccia, rimanendo ai piedi della verticale parete rocciosa nord del Piza de Sablon, ci caliamo sfruttando nella prima parte zolle erbose abbastanza agevoli per poi piu' in basso continuare tra ghiaie instabili e rocce: questa è la parte piu' delicata dell'itinerario. Usciamo finalmente dal ripido seguendo una bancata erbosa sulla sx (adesso di nuovo traccia evidente) che lambisce ancora la parete nord del Piza de Sablon, oltre la quale un ripido sentierino conduce ad una palestra di roccia nei pressi di una cartteristica caverna. Ci infiliamo sino al fondo di questa per poi calare in un corto ma ripido canalino di ghiaie e terra. Qui terminano le difficolta' e non resta che scendere per il bosco (vaga traccia) e raggiungere il vicino fondo della Vallunga dove rinveniamo il CAI 14, poco prima della Cappella di San Silvestro, seguendo il quale torniamo al parcheggio.

NOTA: una volta scesi in Val Chedul è anche possibile ricongiungersi col CAI 12 e seguirlo per chiudere comunque l'anello, evitando cosi' l'erta discesa finale.

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