Pania Verde - Cresta SE (integrale)

PANIA VERDE 1501 M.

PaniaVerdeSETorniamo a percorrere la cresta SE della cosi' detta Pania Verde (vedi note) ma questa volta integralmente, grazie ad un recente intervento qualcuno (che ringraziamo), in autonomia,  ha ripulito la parte bassa dalla fitta vegetazione e attrezzato l'unico breve tratto altrimenti alpinistico (III°). Il punto di partenza è nei pressi delle antiche Miniere poco sopra il paese di Fornovolasco (480 m. - LU). Lo raggiungiamo da Lucca seguendo la SS12 fino a Borgo a Mozzano per poi svoltare sulla SS20 in direzione di Gallicano; qui seguiamo le indicazioni per Fornovolasco (SP39) e giunti all'ingresso del paese, proseguiamo sulla sx lungo via la Cavana (indicazioni per la Grotta del Vento): superiamo il parcheggio per i visitatori della grotta e raggiungiamo la localita' Il Trimpello, lasciando l'auto in uno slargo a bordo strada nei pressi di una piccola e panoramica area pic nicCi incamminiamo lungo la strada fino ad un primo vecchio rudere delle miniere: poco oltre un pannello informativo e una freccia in legno con indicato "Pania Verde" segnano l'inizio del sentiero. Si sale sulla sx nel primo tratto affiancati da staccionata in legno e guidati da bolli blu. Dopo qualche ripido zig zag nel bosco incrociamo i resti di uno stradello inerbito pianeggiante: noi andiamo a sx dove ritroviamo i fidati bolli blu (qui un poco nascosti). Raggiungiamo cosi' il crinale SE della Pania Verde, inizialmente boscoso ed in moderata pendenza. Avanziamo fino a portarci sotto un evidente tratto roccioso piuttosto arcigno. Usciamo dagli alberi ed incontriamo le prime roccette (I°) superando cosi' un primo modesto risalto. Dopo un breve tratto orizzontale arriviamo ai piedi del tratto piu' impegnativo ed esposto che in realta', grazie alle nuove attrezzature, si supera agevolmente e volendo in sicurezza (con un kit da ferrata, consigliabile piu' che altro per i meno esperti). I primi metri verticali sono agevolati da alcune piccole staffe; segue una placchetta appoggiata (anche qui staffe) oltra la quale si aggira uno spigolo per poi riprendere il filo roccioso, qui meno erto, fino al termine delle attrezzature. Davanti a noi un ulteriore risalto roccioso non affrontabile direttamente che aggiriamo sulla sx (un po' esposto) con una sorta di passo del gatto. Qui probabilmente abbiamo smarrito i bolli blu e abbiamo risalito sulla dx un erto canalino di paleo e rocce fino a riconquistare il filo. Affrontiamo ora un breve saltino roccioso con alla base una spaccatura (I+ un po' esposto) superato il quale le maggiori difficolta' terminano. Il crinale prosegue ancora in parte roccioso e tra qualche rado albero; affrontiamo ancora qualche breve passo su roccette (I /I+ - probabilmente qui anche aggirabili). Lasciamo a dx una fuga di placche a ridosso di un risalto roccioso che aggiriamo sulla sx (bolli blu). La cresta adesso si fa meno definita e risaliamo il pendio tra rada vegetazione e paleo, aggirando sulla sx il terminale risalto roccioso. Giungiamo cosi' alla sella (1241 m.) che precede il tratto finale di cresta prima della vetta dove troviamo recenti frecce in legno con indicazione "Cresta Pania Verde" e "Rocchette". Proseguiamo la risalita della cresta, in parte rocciosa ma mai particolarmente esposta. Sulla sx si apre la visuale sul Canal Trimpello e la Cresta della Gialunga della Pania Secca. Nella parte alta occorre superare due risalti rocciosi, non particolarmente esposti, ma che richiedono l'uso delle mani (max I+, piu' facili se affrontati sul lato dx e comunque senza passi obbligati). Superate queste ultime modeste difficolta' in breve siamo sulla vetta (due ometti, 1501 m.): notevole il colpo d'occhio sulla Pania Secca, assolutamente dominante da questa prospettiva! Scendiamo ripidamente seguendo la cresta Ovest giungendo alla sottostante sella dove troviamo un ometto che indica dove imbucare, sulla dx, la faggeta. Caliamo seguendo l'evidente traccia che inizia dopo poco a piegare verso sx passando nei pressi di un caratteristico antro roccioso. Usciamo dagli alberi e ci troviamo sul bordo di un bellissimo anfiteatro roccioso che iniziamo a traversare tagliandolo verso sx, in senso orario su ghiaie. Traversiamo quasi per intero l'anfiteatro per poi calare nella faggeta in basso a dx, seguendo una linea di ometti (per la verita' varie linee, ma tutte portano allo stesso punto). Entrati tra gli alberi ometti e sbiaditi segni rossi ci guidano senza difficolta' sino ad incontrare una bella lizza. La seguiamo passando nei pressi del bivacco Pina Boschi (breve digressione sulla sx) ed in breve siamo nuovamente sulla strada delle Rocchette. Proseguiamo sulla dx percorrendo un tratto su asfalto fino ad incontrare i segnavia (le Rocchette 1002 m.) che indicano sulla dx il sentiero CAI 134 direzione "Le Tese". Risaliamo per un breve tratto per poi iniziare a calare sul versante di Fornovolasco, traversando nel bosco verso dx, lambendo inizialmente gli spuntoni rocciosi delle Rocchette (falesia). Giunti in localita' Le Tese (842 m. - vecchi ruderi) insistiamo sul CAI 134 fino ad incontrare un capanno in legno con bella visuale sul Monte Campanili. Poco sotto incrociamo un sentiero (tratto del Cammino di San Pellegrino) e quindi raggiungiamo la strada asfaltata (via la Cavana) . La seguiamo sulla dx, direzione Fornovolasco, fino a tornare al punto dove avevamo lasciato l'auto. 

NOTE:

  • Pania Verde: così è chiamato localmente quel notevole satellite della Pania Secca situato ai piedi della sua cresta Est sullo spartiacque tra Gallicano e Castelnuovo, che nelle carte e nelle guide non ha nome ed è identificato solo dalla quota: 1501mt. nella carta IGM e nella guida CAI-TCI, e 1498,6mt. nella Carta Tecnica Regionale.
  • Rispetto alla salita precedente, l'itinerario di discesa lungo l'anfiteatro roccioso e la successiva faggeta, risulta ben tracciato e segnalato da ometti.

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