Monte Adamello - via ferrata Terzulli

MONTE ADAMELLO 3539 M.

Adamello Itinerario di tre giorni con il quale saliremo in vetta al Monte Adamello percorrendo la via ferrata Terzulli. Punto di partenza è la localita' Ponte del Guat (1528 m.) che raggiungiamo prendendo l'uscita Brescia Centro dell'A4 e percorrendo la SP510 costeggiando il Lago d'Iseo per poi proseguire in direzione del Passo del Tonale lungo la SS42 fino al paese di Malonno (BS) dove scartiamo a dx lungo via Matteotti, attraversiamo il fiume Oglio e seguiamo le indicazioni per Garda; risaliamo via Zazza, lasciando a dx il bivio per il paese e continuando lungo la strada di Val Malga arrivando all'omonimo rifugio: da qui andiamo ancora avanti su stradello piuttosto stretto fino a giungere a destinazione (parcheggio gratuito ma in piena stagione facile trovarlo pieno).
 
Giorno 1
Parcheggiata l'auto al Ponte del Guat (1528 m.) ci incamminiamo (CAI 13-23) sul largo stradello sterrato raggiungendo in breve la Malga Premassone (1529 m.); traversiamo su ponte di legno il torrente Remulo e proseguiamo incontrando subito un bivio: lasciamo il CAI 13 a sx (per il rifugio Tonolini) e manteniamo il CAI 23 a dx. Lo stradello continua traversando ancora una volta il torrente Remulo e termina nei pressi di malga Frino (1698 m. - chiusa); proseguiamo su sentiero in ambiente prativo, superando un enorme masso con piccola statua della Madonna, fino ad arrivare all'inizio del tratto piu' caratteristico (e faticoso): le scale del Miller. Risaliamo la ripida mulattiera scalinata, con molteplici tornantini, superando cosi' il gradino roccioso della val Miller. Adesso il CAI 23 spiana decisamente e superato sulla dx il bivo con il CAI 86 (diretto a Malga Casentia), in bell'ambiente tra erbe e rocce, ci conduce al rifugio, situato nei pressi della diga del lago Miller, dove pernotteremo (2h40 - dislivello 700 m.) 
 
Giorno 2
Svegliati alle 4.30 ci prepariamo e iniziamo la salita alla volta della vetta dell'Adamello. Sulla sx del rifugio, poco oltre il bivacco invernale incontriamo un bivio, nei pressi di una cascata, con le indicazioni CAI: traversiamo il piccolo ponte e prendiamo sulla dx il CAI 23. Costeggiamo con moderato gudagno di dislivello il lago della diga del Miller, su traccia cementata alternata a normale sentiero. Al termine del tratto cementato i segnavia ci guidano sulla sx risalendo un breve tratto erboso per poi proseguire in una zona pianeggiante dove incontriamo un bivio: teniamo il CAI 23 ignorando il CAI 31 a sx. Lasciamo sulla dx il laghetto Miller e costeggiando l'omonimo torrente giungiamo  in una zona caratterizzata da acquitrinii, detta i Pantani del Miller. Superata una balza erbosa ci portiamo ai piedi della testata della Val Miller che iniziamo a risalire tra rocce e sfasciumi, superando qualche lingua di neve, in ambiente sempre piu' selvaggio. Arriviamo cosi' all'attaco del tratto attrezzato (catene); inizialmente risaliamo diagonalmente verso sx portandoci su uno spigolo che affrontiamo verticalmente su roccia un po' povera di appoggi ma compatta (anche se abbastanza umida e scivolosa). Risaliamo un ulteriore tratto ripido fino a giungere ad una interruzione della catena: si prosegue su roccette (I/I+) e sfasciumi fino a ritrovare le attrezzature. Continuiamo salendo diagonalmente verso sx per poi riprendere con qualche tratto verticale fino ad una nuova interruzione della catena. Ancora su sentierino e qualche tratto di I fino ad arrivare alla base di una placca inclinata dove riprendono le attrezzature. Saliamo per i primi metri in verticale per poi traversare verso dx, talvolta in esposizione, fino a giungere alla fine della catena. Proseguiamo su una cengetta fino a ritrovare la nuova catena ed affrontare un ultimo traverso esposto. Qui termina il tratto attrezzato: risaliamo una facile balza rocciosa fino a giungere al Passo dell'Adamello (3240 m.). Caliamo adesso sulla dx, con attenzione, un erto pendio di detriti e neve fino a mettere piede sul ghiacciaio; lo seguiamo sulla sx transitando ai piedi di Cima del Laghetto (sulla cui vetta si trova il Bivacco Ugolini - 3240 m.). Ci alziamo gradualmente dal ghiacciaio, su terreno misto di roccette e neve, fino a prendere il filo della cresta Ovest e seguirlo fino in vetta (croce con campana). Il ritorno avviene sulla stessa via di salita. 
 
Giorno 3
Per tornare alle auto al Ponte del Guat decidiamo di passare dal rifugio Baitone percorrendo il CAI 1: come per la salita del giorno precedente ci portiamo al bivio poco sopra il rifugio Gnutti, nei pressi della cascata e  senza attraversare il ponticello scartiamo a sx (pannelli informativi sugli eventi della Grande Guerra). Il sentiero (incontriamo inizialente alcuni ruderi militari), traversa alto sulla Val Miller e dopo un primo tratto in discesa si fa leggermente esposto. Incontriamo catene utili come passamano fino ad arrivare al caratteristico Passo del Gatto (2103 m.) dove la traccia segue un intaglio roccioso. Adesso riprendiamo a salire con piu' decisione e con vari tornantini giungiamo in vista dei primi edifici della centrale idroelettrica del Baitone. Raggiunto gli edifici saliamo in breve all'omonimo rifugio (2281 m.) situato sulle pendici meridionali della selvaggia conca, nei pressi della diga. Il CAI 1 prosegue sul lato dx del lago artificiale diretto al rifugio Tonolini, mentre noi andiamo a sx, traversiamo la diga, e caliamo ad intercettare il CAI 13. Proseguiamo la discesa su mulattiera caratterizzata da molti tornantini; superiamo un vecchio edificio del complesso della diga ed entriamo nel bosco fino a confluire sul CAI 23, percorso il primo giorno. Da qui in breve torniamo alla Malga Premassone (dove ci fermiamo per un notevole pranzo) e quindi alle auto (2h30 - dislivello 522 m.).
 
NOTE:
  • La ferrata Terzulli non presenta particolari difficolta' ma dato l'ambiente e i tratti non attrezzati richiede una certa esperienza. Abbiamo trovato la roccia particolarmente umida, cosa che ha reso la salita e sopratutto la discesa, piu' impegnative di quanto ci si potesse aspettare. 
  • Il tratto di ghiacciao è breve e privo di crepacci. Abbiamo comunque usato picca e ramponi. La difficolta' generale della salita alla vetta dell'Adamello è comunque variabile in funzione delle condizioni di neve/ghiaccio.
  • Nei tratti senza catena sono presenti i vecchi fittoni con forma a spirale utili per una eventuale sicurezza.
  • Il giro puo' essere fatto tranquillamente anche in 2 gg oppure (se particolarmente allenati) anche in giornata. Nel nostro caso abbiamo scelto tre giorni e devo ammettere che ha reso il tutto molto rilassato....non sempre si puo' fare cosi', ma quando capita, è un vero piacere!

Gallery Rifugio Serafino Gnutti

Gallery Ferrata Terzulli

Gallery Rifugio Baitone