Via Ferrata del Santner

PASSO SANTNER 2741 M.

Itinerario classico, molto bello e frequentato, che permette di inoltrarci nel cuore del Catinaccio, nello splendido Rosengarten, al cospetto delle Torri del Vajolet e di godersele cosi' come si vedono in cartolina!! Il punto di partenza scelto e' la seggiovia Laurin che porta al rifugio Fronza alle Coronelle (2339 m.), raggiungibile seguendo la strada che dal Passo di Costalunga, in direzione Nova Levante, conduce a Tires. Dietro al rifugio Fronza si comincia a salire ripidamente, alternando tracce di sentiero a roccette (542). Alla fine di questo tratto faticoso troviamo un bivio: tralasciamo a dx il 550 (Passo delle Coronelle - via di ritorno) e continuiamo sul 542 a sx che punta in direzione della parete di Cima Catinaccio. Il sentiero in leggera discesa conduce in 40 minuti all'attacco.

L'itinerario di salita taglia diagonalmente la parete fino al Passo Santner. La via sfrutta una serie di cenge e canalini, ricalcando l'itinerario dei primi salitori. Si attacca su roccette gradinate, guadagnando altitudine a zig zag e si prosegue su facili cenge alternate ad altri brevi tratti di roccette. Si giunge ai piedi di una serie di canalini poco esposti e divertenti, che si risalgono senza difficolta'. Quindi un breve tratto in discesa segna l'inizio delle attrezzature; si prosegue sempre diagonalmente guadagnando ancora quota; incontriamo una scaletta metallica (poco esposta), a cui seguono ancora tratti di roccette sino ad arrivare ad uno stretto intaglio (pericolo culi grossi!!!). Qui inizia il tratto attrezzato piu' lungo, che ci portera' fino alla terrazza rocciosa dove sorge il rifugio Passo Santner. Si comincia una ripida discesa attrezzata con staffe per poi spostarci verso sinistra, attraversando quello che un tempo era il famoso nevaio, di cui parlano molte guide. Dopo il nevaio ci si alza verticalmente per circa 5 metri (punto piu' difficile, ma non esposto), per poi risalire la parete a zig zag. Giunti su un terrazzino di roccia, si traversa verso sinistra (staffe per i piedi, esposto) per poi risalire un ultimo ripido canalino: qui la ferrata e' vinta.

Dietro il rifugio Passo Santner (2734 m.) si segue il sentiero (sempre 542) che in 15 minuti porta nel cuore del Rosengarten, al rifugio Re Alberto (2621 m.) e al suo caratteristico laghetto, proprio sotto le Torri del Vajolet (da sx a dx : Piaz, Delago, Stabeler, Winkler). Spettacolo magnifico!! Per il ritorno ci sono varie alternative:

- La discesa piu rapida, ma forse di minor soddisfazione per chi come me ama gli anelli, è quella dalla ferrata stessa (viene regolarmente percorsa in entrambi i versi).

- Dal rifugio Re Alberto proseguire sul 542 sino al rifugio Vajolet (2243 m.). Da qui continuare sul 546 in direzione del rifugio Gardeccia; lo abbandoniamo quasi subito incrociando il bivio con indicazioni per il 550 che risale al Passo Coronelle (2630 m. caratteristico in quanto rappresentato da uno strettissimo intaglio). Dal passo scendiamo sempre sul 550 sino a calare nuovamente al rifugio Fronza. Questa seconda alternativa, benchè piu faticosa è quella consigliabile e richiede un totale di circa 8h.

La ferrata non presenta difficolta', anche se i tratti su facili roccette (a volte in leggera esposizione) spesso non sono attrezzati e richiedono quindi molta attenzione. Concordo con il giudizio dato da molte guide e la classificherei di media' difficolta'.

LA LEGGENDA DI RE LAURINO

La leggenda racconta che Laurino era il re dei nani e aveva il suo regno sulle montagne delle Dolomiti. Di lui si innamorò nascostamente la valchiria Sittlieb, che era al suo servizio come cavaliere e per lui creò nel suo giardino il più bel roseto che mai si fosse visto. Ma Laurino si era innamorato di Similde, una fanciulla nobile, così bella, che per darla in sposa il padre indisse un torneo, al quale re Laurino fu escluso perché era un nano. Laurino non potendo rinunciare alla donna che tanto amava, indossò il cappello dell'invisibilità e la rapì. La condusse nel suo castello e la rinchiuse nel bellissimo roseto colmandola di attenzioni. Similde prigioniera nel roseto di Laurino, venne liberata da Hartwig che chiese aiuto a Teodorico di Berna, il re dei Goti. Teodorico ed i suoi guerrieri salirono sul Catinaccio, tagliarono il filo che circondava il giardino e mozzarono le rose. Re Laurino, tremante dall'ira in sella ad un cavallo bianco, accorse per rivendicare mano e piede degli scellerati. Indossando la sua cappa si rese invisibile e si avvantaggiò, ma Re Teodorico riuscì a strappargli la cappa, lo imprigionò e liberò Similde. Irritato per il destino avverso, Laurino si voltò verso il "Giardino delle Rose" e lo trasformò in pietra lanciandogli una maledizione: né di giorno né di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Laurino però si era dimenticato del tramonto. E così da allora accade che i monti pallidi all'ora del tramonto si infiammano tingendosi di un magnifico rosa.

    Tecniche  4/10 
 Esposizione  3/10
 Impegno Fisico  6/10
 Panorami  9/10
 Disl. Salita  850 m.
 Disl. Discesa  850 m.
 Sviluppo  7.6 Km
 Durata  6h
 Aggiornata a  2007

 

SantnerMap

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