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Cima Vezzana (Anello dal Rifugio Rosetta)

CIMA VEZZANA 3192 M.

VEZZANALa Cima Vezzana è la vetta piu alta delle Pale di San Martino. Questo itinerario permette la salita facendo un bellissimo giro ad anello, che ha come punto di partenza e arrivo il Rifugio Rosetta (2581 m. raggiungibile da San Martino di Castrozza con gli impianti). Premetto che a causa di un errore di sentiero, si è rivelato molto piu' impegnativo e alpinistico di quanto fosse realmente. Dal Rifugio Rosetta si segue i segnavia 703 che dopo un breve tratto pianeggiante sullo splendido altipiano delle Pale, scende nel Pian dei Cantoni, una selvaggia conca solitaria. Qui occorre seguire il sentiero delle Farangole (in parte attrezzato) che corre su ripidi costoni che precipitano nella Val delle Comelle, con numerosi sali-scendi, passando sotto Cima Corona, Col dei Cantoni e Cima delle Comelle. Dopo circa 1h30 si incontra il bivio che ci immette nella Val di Strut in direzione del Bivacco Brunner (2667 m. segnavia 716); la salita si fa piu ' faticosa, la pendenza aumenta. Dal bivacco parte la salita alla Vezzana; si continua a salire su tracce di sentiero, su terreno instabile e faticoso, in direzione del Passo di Strut (quota 2880 m.). Superato un ultimo tratto di roccette, si giunge al passo, dove una chiara indicazione su un grosso masso indica il proseguimento sulla sinistra. Un breve tratto di traversata su ripido ghiaione e comincia una serie di roccette, in parte attrezzate, molto semplici (max I°). Si giunge ad una sella, circa a quota 3000 m....e qui commettiamo l'errore eh eh. Sulla sinistra parte una traccia di sentiero, in discesa su ghiaione, segnata da un paio di paletti rossi (senza altre indicazioni), mentre sulla destra i segni rossi e frecce indicano chiaramente il proseguimento, superando un ultimo avancorpo roccioso che ci separa dalla cresta. Seguiamo questi segnavia; si sale ancora su roccette e ghiaia, ripida e infida, sino a che, a circa 10 metri dalla cresta, il sentiero sembra sbarrato da un salto roccioso verticale non banale. I segnavia continuano ad indicare impietosamente "su di qua". I primi 3-4 metri seguono una fessura verticale, con la parte superiore pericolosamente sporgente, decisamente ostica da salire. Sopra le cose migliorano un po, ma si tratta comunque di 10 metri impegnativi e pericolosi (dato che non vi è piu' il cavo). Giunti in cresta, ci accorgiamo di una traccia di sentiero che sale su ghiaione segnata ancora da paletti rossi, e sopratutto un cartello con freccia con indicata "Ferrata Gabitta d'Ignoti". Per farla breve, le indicazioni sono pensate per chi fa il giro nel verso opposto al nostro; non so esattamente cosa abbiamo salito, nel senso che i segnavia c'erano ed erano chiari, ma non mi risulta che la ferrata passasse da li. Vabbè...rimarra' un mistero eh eh. Nonostante la stanchezza e un po di tensione, il panorama è mozzafiato! Si salgono gli ultimi metri di cresta ed eccoci in vetta! Suggestivi gli scorci sull'altro versante e sugli strapiombi della parete che precipita in Val Venegia. Dalla vetta in breve (30 min.) si giunge al Passo del Travignolo (2925 m.) dove imbocchiamo la selvaggia Val dei Cantoni che dobbiamo scendere; il sentiero richiede attenzione sia perchè ci sono tratti di roccette non attrezzate e sia perchè spesso si trova molta neve anche in estate avanzata. Stavolta per fortuna era tutto pulito. Proseguiamo in Val dei Cantoni sino al bivio che indica il Passo Bettega (2667 m.). La salita è breve ma a fine giornata si fa sentire nelle gambe. Dal Passo, dato che ormai la funivia del Rosetta è chiusa, decidiamo di scendere sfruttando una deviazione che ci consente di tagliare riallacciandoci piu' in basso al sentiero per Col Verde. Questa scorciatoia (segnata) è molto ripida, con numerosi tratti di roccette da scendere, e qualche tratto attrezzato (cavi sfilacciati e chiodi saltati)....insomma da fare con molta cautela. Finalmente arriviamo sul sentiero normale; dobbiamo ancora scendere sino a San Martino ma le difficolta' sono finite! Dalla vetta alla partenza di Col Verde sono piu di 1600 m. di dislivello: ginocchia da buttare assicurate!!! In totale abbiamo messo quasi 11 h, ma sono tempi non indicativi, in quanto l'errore ci ha portato via tempo, con conseguente perdita della corsa di ritorno degli impianti, che ci avrebbero graziato della terribile discesa! Giro splendido in ambiente davvero solitario e selvaggio!!! Tempi e difficolta' sono relativi al giro cosi' come lo abbiamo fatto noi; se si segue il giusto sentiero per la salita alla Vezzana e si riesce a prendere l'impianto del Rosetta per la discesa, il tutto si "ammorbidisce" molto.

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