Monte Sella dalla Lizza della Monorotaia (Anello da Renara)

MONTE SELLA 1739 M.

SellaMonorotaia Grandioso itinerario ad anello, di grandissimo impegno e soddisfazione. Punto di partenza è la Valle di Renara, che raggiungiamo in auto uscendo dall'A12 all'altezza di Massa, per poi seguire le indicazioni per i paesi di Canevare e Guadine, percorrendo Via della Bassa Tambura, sino al piccolo borgo di Gronda; qui abbandoniamo la strada principale per svoltare a dx nei pressi di un ponte che valichiamo, per poi continuare per circa 1.5 km su stradello asfaltato, al termine del quale parcheggiamo a bordo strada. Proseguiamo a piedi sullo stradello adesso sterrato (siamo sul CAI 42) e giungiamo nella zona delle Cave di Renara (310 m.). Nei pressi di un edificio abbandonato lasciamo il segnavia i CAI a dx e prendiamo a sx (indicazione Lizza della Monorotaia). Pur non segnata, la via da seguire è evidente; nel tratto iniziale risulta ancora in parte asfaltata. Ci addentriamo nel Canale della Buchetta, superando una zona di grossi massi e pozze d'acqua; in questo tratto la via di lizza risulta fortemente degradata, ma l'orientamento rimane elementare. Alla nostra sx si comincia a delineare l'ardito percorso della Lizza della Monorotaia che risale lungo il Fosso del Chiasso. A quota 543 m. parte la Monorotaia, caratterizzata dai suoi 2500 gradini; all'inizio la pendenza non è eccessiva ma, superato il punto in cui confluisce il Fosso della Piastrella, l'inclinazione aumenta. Usciti faticosamente dal Fosso del Chiasso, la pendenza diminuisce; la lizza continua sulla dx diretta ad alcuni vecchi edifici adibiti al ricovero di macchinari. Senza raggiungerli scartiamo a sx ad un bivio segnato e seguiamo i bolli rossi che ci guidano fino a raccordarci con il CAI 160 proveniente da Resceto, poco prima di giungere al caratteristico intaglio detto la Focola del Vento (1358 m. - cabina elettrica e vecchio rudere). Proseguiamo adesso su tratto di lizza ripida alternato a roccette, arrivando ad un taglio di cava con rudere e blocchi di marmo (Cava Bagnoli). I segnavia guidano a sx in ripida risalita su paleo, sino al margine inferiore di un ravaneto. Qui lasciamo il CAI 160 che continua a sx lungo il ravaneto e proseguiamo brevemente a dx su traccia fino sul margine di una placconata sfuggente: si traversa la placca aiutati dalla traccia ricavata sulla roccia con legni e barre metalliche che agevolano l'appoggio dei piedi (lato valle si trova anche un vecchio cavo metallico sostenuto da paletti, non troppo affidabile). Il traverso (piu' tranquillo di quanto possa apparire) termina su un terrazzino scavato nel marmo della parete dove è situato un ingresso alla Cava Ronchieri (cava ancora attiva). Entrati all'interno della cava si segue il percorso fino all'uscita nel piazzale principale dove giunge anche la marmifera proveniente da Arni. Tornati all'aperto proseguiamo sulla marmifera per un breve tratto sino ad individuare l'unico punto debole sul lato sx (caratterizzato da tagli di cava) che consente di raggiungere agevolmente la zona di placche che si innalza sino alla cresta del Sella. Puntiamo ad un piccolo rudere sopra i tagli di cava, da cui una lingua di paleo sale diagonalmente tra le placche sino ad un evidente invaso erboso dove si rinviene una labile traccia ed i resti di un muretto (vedi qui). Una serie di ripidi ed esposti tornantini ci fa uscire dalle difficolta', sbucando sul pendio erboso che risaliamo facilmente senza traccia giungendo sulla cresta circa a meta' strada tra la vetta Nord e Sud del Sella. Seguiamo la cresta verso sx, puntando prima alla vetta Nord; incrociamo il CAI 160 che avevamo abbandonato sopra Cava Bagnoli, ed in breve siamo sulla panoramicissima cima Nord (tratto di cresta facile ma un po' esposto). Tornati sui nostri passi puntiamo alla vicina cima Sud, altrettanto panoramica; da qui vediamo lo sviluppo della bella cresta sud che in parte percorreremo prima di scendere al Passo Sella. Dalla vetta seguiamo i segni blu della normale che con percorso breve ma esposto aggira a destra il risalto roccioso della vetta Sud su traccia stretta ma scalinata. Giunti alla base del risalto, a sx si notano le attrezzature malmesse della ferrata Vecchiacchi (chiusa sa molto tempo) mentre i segni blu guidano lungo la cresta a dx. Subito incntriamo un traverso un po' esposto ma con cavetto ancora in buono stato; poco oltre la traccia devia poco sotto il filo di cresta sul versante di Arnetola. La traccia molto stretta ed esposta richiede costante attenzione. Con una serie di lunghi traversi perdiamo quota (noi abbiamo perso la traccia principale per poi recuperarla piu in basso) sino ad un ultimo passaggio delicato: dobbiamo superare un esposto spigolo roccioso agevolato da un altro tratto di cavo malmesso. Alla base dello spigolo, la traccia prosegue per alcuni metri ancora esposta; superiamo uno stretto intaglio aiutati da un utile spezzone di corda, dopodichè terminano le difficolta'. Arrivati la Passo Sella (1500 m.) prendiamo il CAI 150 diretto al Passo del Vestito. I segnavia guidano in traversata sotto le pendici della cresta di collegamento tra il Macina ed il Sella; lasciata a dx (segni blu) la poco evidente normale per la vetta del Macina, il CAI 150 perde quota e valica aggirandola la cresta Sud del Macina per giungere sulla Cresta del Vestito (spettacolare il colpo d'occhio sull'imponente Macina). Seguiamo la cresta, che nella parte finale richiede attenzione in quanto esposta specialmente sul versante di Renara, sino al bivio a quota 1385 m.: qui prendiamo a dx (sempre CAI 150) in direzione del Passo del Vestito (1151 m.) che raggiungiamo adesso senza piu' difficolta'. Lasciamo il CAI 150 che prosegue a sx fino alla Galleria del Vestito in favore del CAI 42, inizialmente caratterizzato da un largo stradello in leggera salita. Giunti sul margine del Fosso del Vestito la pendenza aumenta notevolmente: il CAI 42 richiede attenzione in quanto molto ripido ed in alcuni tratti esposto. Si incontra un breve traverso su placca scalpellato ed attrezzato con cavo  ed altri tratti dove occorre usare le mani. Si scende lentamente sia per il tipo di terreno sia perchè si sente la fatica accumulata durante tutto l'itinerario. Nella parte bassa incontriamo un piccolo rudere oltre il quale la pendenza diminuisce; usciamo dal bosco e puntiamo ad un evidente ravaneto (tratti facili attrezzati). La traccia non attraversa il ravaneto ma ci fa scendere sulla dx (ancora tratto di corda che aiuta la discesa su detriti) fino ad una piazzola, tra grossi massi, dove possiamo finalmente tirare il fiato. I segnavia continuano tra grandi detriti prima di una seconda piazzola oltre la quale il CAI 42 assume le fattezze di una mulattiera. Superata Casa Bonotti (qui il bivio per la Lizza della Chiesa del Diavolo) in breve siamo alle cave di Renara e quindi alle auto. 

Itinerario tanto bello quanto impegnativo, sia per il dislivello sia per il tipo di terreno sul quale si sviluppa. Non ci sono vere e proprie difficolta' tecniche ma sono molti i tratti delicati che non ammettono errore. 

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